Candidato Pd, Verna boccia il metodo: «Mandato a Di Sabatino ma solo per organizzare le primarie»

TERAMO – «Rimettere il cittadino, quel cittadino a cui il Pd vuole chiedere il sostegno, al centro della politica e delle scelte, cambiando il metodo con cui affrontare una campagna elettorale. Soltanto così si potrà evitare un’ altra sever sconfitta». Non ne fa una questione di persone, Maurizio Verna, già consigliere comunale e provinciale, di cui è nota la diversa lunghezza d’onda rispetto al ‘suo’ presidente Renzo Di Sabatino, al quale il partito ha affidato un mandato esplorativo tra le forze del centrosinistra. Proprio perchè prevedibile come intervento critico, Verna dirotta sul ‘metodo’, lamentando ancora quell’idea nettamente bocciata dai cittdini «che qualcuno scelga per altri nel chiuso delle "stanze dei bottoni", senza favorire una reale partecipazione democratica». Il mandato a Di Sabatino – che non scelse Verna quale vicepresidente, preferendo rivolgersi agli ex alleati di Scelta Civica con Nugnes – «è accettabile solo nella misura in cui sia un passaggio propedeutico ad aggregare liste e movimenti che stanno nascendo attraverso lo strumento delle primarie, intese come competizione aperta in cui far emergere dal basso e dalla partecipazione democratica la persona e la proposta più convincenti e rappresentative del tessuto cittadino per ridare centralità e slancio al capoluogo, dopo 15 anni di oscurantismo». Altrimenti, secondo Verna, si produce scollamento dal territorio e la politica verrà ancora concepita, come accade quotidianamente tra le persone che accusano disagio verso questi metodi, «come gioco del Risiko o peggio come valzer di poltrone». No alle investiture dall’alto, conclude Maurizio Verna, «si alla partecipazione e al coinvolgimento dal basso per costruire un’alternativa vincente e convincente».